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Immagine del redattoreElisabetta Caracciolo

Il camion a idrogeno di Gaussin festeggia il traguardo della Dakar2022 ma ha davvero fatto la gara?

La risposta ovviamente è no. Il camion a idrogeno, bellissimo, e avvenieristico, non ha partecipato alla Dakar 2022. Meglio chiarirlo subito, prima che qualcuno possa, grazie a un enorme e grandioso lavoro di marketing e comunicazione, anche solo pensare che il camion disegnato da Pininfarina fosse davvero in gara.

Questo mezzo, che come si può notare in tutte le foto e i video riportava sulla portiera il numero 00 ha in realtà approfittato della competizione per testare le sue, futuristiche, prestazioni. In uno dei video prodotti per l'occasione (https://www.youtube.com/watch?v=mGkqGgu6vAY) si può ascoltare lo stesso Christophe Gaussin asserire "siamo arrivati qui - sottointende sul podio di Jeddah - alla fine della gara e questo era il nostro obiettivo fin dall'inizio". La domanda sorge spontanea, perchè mai non ci sarebbero dovuti arrivare?

Ecco perchè serve forse raccontare come sono andate le cose durante la competizione. Il camion di Gaussin, alimentato a idrogeno, è arrivato al paddock di Jeddah a fine dicembre e si è sistemato in una zona abbastanza appartata dell'enorme parcheggio dello Stadio di Sport City. Vederlo da vicino non era facile, se non quando si spostava da una parte all'altra dell'area, ma lo è diventato una volta arrivati al bivacco. Per l'intero team, sponsorizzato dall'araba Aramco, la compagnia nazionale saudita di idrocarburi (Arabian American Oil Company) era stata riservata un'ala del bivacco ogni sera, allestita e arredata in puro stile 'green'.

Lo sponsor per il camion francese era arrivato poco prima della partenza della gara - a inizio dicembre - e non deve sorprendere visto che la stessa Saudi Aramco è anche il global partner del Mondiale di Formula 1. Non a caso il 23 dicembre Gaussin ha siglato un accordo con ASO diventando partner della Dakar stessa e dei suoi progetti futuri riservati al green.

L'accordo con Aramco probabilmente prevedeva la partnership con la competizione: bisogna pensare infatti, che si tratta di una delle più grandi compagnie petrolifere al mondo che produce la bellezza di oltre 10 milioni di barili al giorno, ma è anche il più importante finanziatore del governo saudita che la possiede nella sua quasi totalità. Un segno forte da parte di una compagnia dipendente completamente dal petrolio che nel 2020 ha ricavato 230 miliardi di dollari meritandosi la segnalazione di Fortune come 14. compagnia al mondo per fatturato.

L'immagine dunque, che già conta moltissimo in questa operazione di marketing e pubblicità è diventata ancora più essenziale con l'arrivo del nuovo sponsor e il movimento creato intorno a questo unico esemplare di camion è stato immane. Per spostarlo ogni giorno c'era un camion con rimorchio, sul quale veniva caricato il mezzo, e al seguito c'erano due camion lunghissimi che trasportavano tubi pieni di idrogeno della lunghezza di oltre 15 metri. Uno spiegamento di forze sovraumano, e soprattutto alimentato a gasolio e benzina,

per far muovere un camion a idrogeno. Con loro anche un numero elevato, di certo superiore a sei, di vetture guidate dai responsabili locali e dalla manovalanza che non ha di certo compreso il peso dell'operazione in tema di energia pulita visto quello che ogni giorno lasciavano sul campo - immondizia, carta, plastica - a spettacolo (partenza, allestimento, arrivo) completato.

Il camion a idrogeno ha aperto la pista in occasione della prima prova speciale della Dakar, la 1A, di 19 chilometri, e l'ha chiusa affrontando di nuovo per intero, l'ultima speciale da poco più di 160 chilometri. Negli altri giorni il camion ha corso su porzioni di prova speciale, partendo prima, dopo, durante, e misurandosi con il deserto saudita alla ricerca di regolazioni e settaggi che l'azienda francese poi applicherà anche sulle sue flotte per il mercato standard dei veicoli pesanti.

Più di questo non ha fatto in tema di gara o di competizione, ma non era neanche previsto che lo facesse anche se la cosa in effetti non è mai stata realmente chiara, o svelata nel corso dei quindici giorni in Arabia Saudita.

Ma non confondiamo - questo è importante - quello che ha fatto Audi con la sua RS Q e-tron elettrica, che ha corso e affrontato tutte le tappe e le prove speciali con quello che ha fatto il camion francese al centro unicamente di una grandissima operazione di marketing e pubblicità.

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