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ADDC: vittoria di Al Rajhi e Van Beveren in una gara sempre più diversa da tutte le altre

Abu Dhabi - Nel bene e nel male l'Abu Dhabi Desert Challenge è una gara diversa da tutte le altre. E' una gara in cui chi ha voglia di misurarsi con le sole dune per cinque giorni può dirsi estremamente soddisfatto. Nello stesso tempo e per lo stesso motivo è una gara noiosa più o meno con un percorso identico, come paesaggio e difficoltà, ogni giorno che, dato il Paese in cui si svolge, è obbligata anche a sottostare a una serie di normative e richieste spesso assurde per accontentare gli sponsor. Ecco perchè quest'anno, suscitando un certo malumore in tutti - partecipanti e organizzatori - è stato abbandonato il circuito di Yas Marina di Abu Dhabi da tempo sede dei primi giorni della gara, quelli dedicati alle operazioni amministrative per intenderci, a favore di un palazzo nella zona della Corniche della città degli Emirati Arabi scomodo da raggiungere e ancora più scomodo in termini di strutture. Bellissimo il palazzo - Energy Business Center Adnoc (principale sponsor) - ma ben piccolo il parcheggio che per due giorni si è trasformato in service area: inadeguata e scomoda.

Per non parlare della città fantasma di Al Dhannah, sede della prima tappa, dove con un trasferimento di 250 chilometri tutti sono stati costretti a spostarsi per affrontare un prologo di dieci chilometri e di nuovo, unicamente, per far contento lo sponsor che in questa città vanta la sede principale.

Basta leggere il sito ufficiale per rendersene conto https://aldhannah.ae/en/about-us

"Situata nella regione occidentale di Al-Dhafra, 250 km a ovest di Abu Dhabi, questa piccola città ha visto cambiare il suo futuro grazie al boom del petrolio e del gas. I piani per la riforma di Al Dhannah iniziarono negli anni '70, quando la città del deserto rurale fu identificata come il sito per un hub urbano autonomo per servire la popolazione del personale industriale di ADNOC (Abu Dhabi National Oil Company). Nel 1982, la città fu inaugurata dal visionario defunto sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti e sovrano di Abu Dhabi. La nuova città da allora è cresciuta e oggi vanta una popolazione incredibilmente diversificata con oltre 70 nazionalità. Al Dhannah offre un ambiente residenziale all-inclusive con una moderna infrastruttura, e dispone di diversi istituti accademici, strutture mediche, vendita al dettaglio commerciale e punti bancari, servizi TAMM, beach-front, svago e ricreazione, inclusi hotel e resort. Mentre gli aspetti moderni delle esigenze di oggi sono soddisfatte in modo efficace, la storia e la cultura degli Emirati Arabi Uniti è mantenuta con la presenza di un Souq tradizionale e il Villaggio Patrimonio all'interno della città. L'ambiente residenziale e commerciale è collegato da una rete stradale adatta alle famiglie, servita anche dai mezzi pubblici. Il futuro promette bene anche per Al Dhannah, con un investimento di 3 miliardi di dollari annunciato da ADNOC per migliorare ulteriormente servizi e strutture, espandendo la vivace città per attirare più persone e anche turisti".

In realtà si tratta di una città fantasma, dove ci sono solo persone che lavorano presso la compagnia petrolifera con tre grandi hotel frequentati da sauditi e persone che vanno in questi luoghi per lavoro.

Le scomodità e le complicazioni per arrivarci e per spostare tutta la carovana non interessano gli organizzatori, e neanche al promoter dei Campionati del Mondo, ma in realtà dei piloti e dei team a questa gara non è mai interessato molto a nessuno. Tanto è vero che qui vige una anarchia organizzativa senza pari. Però nessuno dice nulla, se non sottovoce, e quindi si va avanti così.

Quindi tanto vale parlare di classifiche e di risultati e magari anche del fatto che i percorsi sono noiosi, ripetitivi, e pericolosi (ineguagliabile il tratto di dieci chilometri di road book a pericolo 2, come a dire per dieci chilometri tenete gli occhi aperti). Delle 45 moto al via 37 sono arrivate al termine con Adrien Van Beveren vincitore su Honda davanti a Luciano Benavides (Husqvarna) e Toby Price (KTM). Splendido il nostro Paolo Lucci che ha dominato la sua categoria, Rally 2 e nonostante una caduta che gli ha compromesso il polso proprio alla fine, è riuscito a stare sempre con i più forti e a chiudere con un decimo posto assoluto, secondo appunto della Rally 2.

Fra le auto, mettendo insieme tutte le categorie, si contavano 47 equipaggi e 37 hanno finito la gara con ritiri eccellenti e rotture che hanno compromesso la classifica fin dal primo giorno. Ne sa qualche cosa Sebastien Loeb che per un problema alla sua BRX ha preso subito una penalità di cinquanta ore che si è portato fino a fine gara - arrivando penultimo - ma guadagnandosi comunque quei punti necessari per comandare ora la classifica del Mondiale con 101 punti contro gli 85 di Nasser Al Attiyah. Già, quel Nasser che a un giorno dalla fine è stato protagonista insieme al suo copilota Mathieu Baumel di un capotamento epico da cui sono usciti acciaccati, ma comunque illesi. La gabbia protettiva della Toyota Hi Lux, il famoso roll bar e la sicurezza delle vetture dei rally raid ancora una volta ha provato la sua forza, la sua incredibile resistenza e nuovamente ha salvato una situazione che poteva essere davvero spaventosa e avere conseguenze disastrose. Capotandosi Al Attiyah ha vanificato le sue vittorie di giornata che non hanno portato punti dato il ritiro e quindi l'uscita di scena prima del traguardo finale.

Così al secondo posto, alle spalle del vincitore Yazeed Al Rajhi (Toyota) che non ha fatto molto in questa gara visto che gli è bastato aspettare e stare a guardare mentre i suoi avversari si eliminavano uno dopo l'altro, si è confermato Martin Prokop e sul terzo gradino del podio è salito un T3, il Can Am Red Bull di Seth Quintero che finalmente ottiene una vittoria importante nella sua carriera: primo di T3 e terzo assoluto, niente male per il giovane americano.

Dodici i T3 in gara e 9 i T4 anche se qualcuno non se n'è mai accorto. Volete sorridere, per non piangere? Provate a cliccare il sito ufficiale di ADDC e andate sul tracking live e sulla categoria T4, vedrete solo quattro T4 il che significa che ne mancano cinque all'appello, cinque di cui la gara non si è mai accorta...Ma anche in questo caso, tutti zitti.


Ricapitolando nella T3 ha vinto Seth Quintero davanti al compagno di squadra su Can Am nel Red Bull Off Road Junior Team USA, Austin Jones e alla giovane Aliyyah Koloc su Can Am Buggyra : a parte i primi tre della classifica assoluta T3 non si può non parlare dell'esordio di Mattias Ekstrom, pilota ufficiale Audi, al volante di un Can Am South Racing. Lo svedese dopo un primo giorno, di apprendistato - al prologo non ha inserito le quattro ruote motrici e ha corso con due - ha capito immediatamente come funzionava il gioco e ha attaccato a più non posso e se non fosse stato per una pesante penalità, anche nel suo caso da 50 ore, avrebbe potuto tranquillamente puntare alla vittoria. Nella T4 vittoria di Rokas Baciuska con Oriol Vidal al suo fianco, sempre su Can Am per il team Red Bull Can Am Factory e alle sue spalle ha chiuso il giovane Pau Navarro, FN Speed, sempre su Can Am.

Per chiudere, una rassegna dedicata ai capotamenti, numerosissimi in questa gara costellata di dune tagliate e imbuti in mezzo alla sabbia. Oltre a Nasser Al Attiyah anche Michele Cinotto, Eduardo Pons, poi ripartito, Denis Krotov che ha letteralmente distrutto la sua Mini JCW Rally plus l'ultimo giorno, Ricardo Ramilo, anche lui ripartito e molti altri ancora. Praticamente si fa prima a contare chi non si sia almeno poggiato su un fianco che il contrario.

Il prossimo appuntamento ora sarà in Mexico per il Sonora Rally, a fine aprile.

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