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Immagine del redattoreElisabetta Caracciolo

Extreme E, Arabia Saudita 2022: cronaca di una finale fatta di fortuna e di testardaggine

La vittoria della squadra RXR di Nico Rosberg che quest'anno vede i suoi rappresentanti in Johan Kristoffersson, riconfermato dopo la vittoria del 2021, e Mikaela Kottulinsky - ex JBXE - presenta diverse chiavi di lettura. Innanzitutto una legata alla fortuna perchè è quasi sempre vero che una vittoria è legata sì alla bravura dei piloti e alla resistenza del mezzo, ma è anche vero che la fortuna ci mette sempre di mezzo lo zampino. Secondariamente alla caparbietà, prima di tutto dello svedese, campione di rallycross e anche di Extreme E: Kristoffersson non ha mai smesso di crederci e fino all'ultimo metro ha attaccato riuscendo a superare Laia Sanz a meno di cento metri dal traguardo con una manovra azzardata sì, ma perfetta.

Perchè parliamo di fortuna? Bè per un paio di motivi: prima di tutto perchè nella prima semifinale, domenica mattina, l'equipaggio era arrivato terzo e quindi, dato che accedono alla finale solo i primi due al traguardo della semifinale, si era visto estromesso dalla sfida, per la prima volta dall'inizio di questa disciplina nel 2021. Poi, pochi minuti dopo aver passato il traguardo secondi, i due della Xite Energy, Oliver Bennett e Tamara Molinaro, si erano visti appioppare 10 secondi di penalità per aver abbattuto una bandiera sul percorso e in quel modo erano scivolati in terza posizione e la RXR aveva avuto il via libera verso la finale.

Nell'ultimo atto del weekend in Arabia Saudita infine la Odyssey 21 dei due svedesi non era partita benissimo e la Kottulisnky dalla sua terza posizione dopo neanche un chilometro si era sentita tamponare violentemente dalla McLaren di Tanner Foust che si era capotata ma non prima di aver strappato via tutto il posteriore dalla vettura RXR. E qui interviene la fortuna perchè quella botta non ha causato nessun altro problema grave al veicolo e in questo modo la svedese è riuscita ad arrivare allo switch e consegnare la vettura al suo compagno di squadra.

Ancora un pizzico di fortuna quando i commissari di gara decidevano di dichiarare la bandiera rossa e fermavano la gara, proprio nella zona dello switch, per pulire la pista e togliere i tanti pezzetti sparsi qua e là della McLaren. In questo modo l'adrenalina calava, forse insieme anche a quella tensione tipica che si accompagna alle ultime fasi della gara, ma per fortuna dopo varie discussioni gli equipaggi venivano fatti ripartire in base all'ordine con cui erano entrati allo switch e con gli stessi secondi di distacco, con ormai un lieve margine di concentrazione, interrotto più volte dall'organizzazione per spiegare come sarebbe avvenuta la ripartenza.

Così ecco che Laia Sanz partiva per prima, grazie ad un primo giro perfetto effettuato da Carlos Sainz, e meno di sei secondi dopo toccava a Cristina Gutierrez seguirla dopo il primo ottimo giro di Sebastien Loeb e infine ecco Kristoffersson con la sua macchina a metà prendere il via davanti a Kyle LeDuc, sulla Chip Ganassi guidata inizialmente da Sara Price e giunta quarta allo switch. Nel primo chilometro la battaglia sembrava ristretta alle due iberiche dato che il gap parlava di 10" di ritardo per lo svedese e 18" per l'americano, ma chilometro dopo chilometro le cose sono cambiate. Mentre le due ragazze guidavano divinamente ma senza esagerare perchè il percorso era semidistrutto ed era importante portare la vettura al traguardo, Kristoffersson si giocava il tutto per tutto e accelerava al di là della prudenza e anche, va detto, in uno stato di delirio, incoscienza, e cervello disconnesso dalla realtà (come spesso capita ai piloti). A un chilometro dal traguardo si spostava tutto a destra e superava la Gutierrez che resisteva solo qualche secondo, puntando deciso verso la Sanz che teneva il volante stretto fra le mani cercando di andare il più veloce possibile. Due i secondi di vantaggio della catalana in quel momento ma lo svedese sembrava ormai posseduto e il suo obiettivo era unicamente quello di vincere, o distruggere tutto. Cercando - come lui stesso ammetteva dopo il traguardo - una traiettoria impossibile passava la Sanz in discesa ma poi arrivava lunghissimo ed era brava Laia a chiudere la curva verso sinistra e a riportarsi, con una traiettoria stretta, di nuovo in testa. Paralleli per qualche secondo arrivavano sull'ultima discesa staccati di un secondo con la RXR in vantaggio sulla Acciona e a quel punto nonostante tutto, la vittoria finiva nelle mani del team di Rosberg, per 2"480 sulla squadra di Carlos Sainz e Laia Sanz e per 5"800 sulla X44. Diciotto secondi dopo arrivava LeDuc che non era praticamente mai entrato nella lotta finale.

Johan Kristoffersson ci ha creduto, fino in fondo, stupendo prima di tutto il suo team, la sua compagna di squadra, ed entusiasmando i tifosi che mai si sarebbero aspettati questa rimonta. Ma la Extreme E è fatta anche di questo ed è probabilmente questo che la rende andrenalinica e spettacolare.

Per chi volesse riguardare le fasi più spettacolari di questo primo weekend in Arabia Saudita con la seconda stagione di Extreme E ecco un link da cliccare: https://www.youtube.com/watch?v=mgbC2k5XDcA


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