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Immagine del redattoreElisabetta Caracciolo

Ryad: gara moto fermata, per il secondo giorno consecutivo, alla Dakar 2022

Quanto avvenuto oggi, nella seconda tappa ad anello di Ryad, ricorda molto da vicino quanto accadde, nel 2009, in Argentina, in occasione della prima Dakar in terra sudamericana. L'organizzazione in quell'occasione non aveva minimamente tenuto conto del fatto che la sabbia e le dune argentine erano molto diverse - come costituzione e friabilità - da quelle africane, e farci passare sopra circa 400 mezzi le avrebbe distrutte. Per questo successe quel che successe, piloti rimasti dentro la speciale, tappe annullate e settori selettivi cancellati.

Oggi, a Ryad, nella capitale dell'Arabia Saudita, è successa praticamente la stessa cosa. La quinta e la sesta tappa di questa 44. edizione della Dakar prevedevano lo stesso percorso però a giorni invertiti: ieri le moto avrebbero dovuto percorrere una tappa di 563,74 chilometri mentre le auto ne affrontavano una da 613,48. Oggi le tappe si sarebbero invertite: quella delle auto per moto e quad e viceversa.

Ora, a prescindere dal fatto che la tappa delle moto sia stata neutralizzata ieri per un problema sullo spazio aereo della zona, messo in sicurezza, e quindi chiuso agli elicotteri della gara, che le moto e i quad oggi avrebbero percorso la tappa di ieri di auto, SSV e camion, era chiaro fin dall'inizio. Eppure solo stamattina, al chilometro 101 l'organizzazione si è resa conto che il fondo era troppo rovinato per proseguire.

Ma pensa un po' !

Spianata nel vero senso della parola dal passaggio dei 235 mezzi in gara (nel dettaglio 88 vetture, 44 T3, 46 T4 e 54 camion, oltre a 3 Open) al punto tale che la zona trialistica prevista dopo 60 chilometri era diventata davvero difficile. Così al punto di refueling della sesta tappa, al chilometro 101, la direzione gara ha deciso di fermare la speciale e prendere i tempi fino a quel momento e stilare la classifica di giornata (non ancora pubblicata però). Due le tappe tagliate dunque, fino a questo momento per le moto, mentre per auto e camion, e per SSV ovviamente, tutto procede come da programma, esattamente come accaduto ieri.

Aspettiamo dunque, per vedere come si concluderà questa giornata. Quello che è certo è che in Francia è stata aperta una inchiesta per gli attentati sulla Dakar accaduti nei giorni scorsi in Arabia Saudita (https://www.france24.com/fr/moyen-orient/20220104-rallye-dakar-une-enqu%C3%AAte-antiterroriste-ouverte-en-france-apr%C3%A8s-l-explosion-d-un-v%C3%A9hicule ), unico Paese in Europa a farlo, e che la parola terrorismo è venuta fuori per la prima volta in tutti questi giorni. Ieri di sicuro c'è stato un allerta generale dato che non solo agli elicotteri della gara è stato impedito di volare in una certa zona, ma anche tutti i voli della compagnia di bandiera Saudia, in programma, sono stati annullati. L'intenzione non è certo quella di spaventare o creare allarmismo, ma di sicuro qualche cosa sta accadendo anche se nessuno sulla gara, a livello organizzazione, ne parla. I controlli però, per esempio all'entrata del bivacco, si sono molto allentati dopo che ad Hail dopo il doppio attentato dinamitardo, avevamo incontrato polizia, uomini armati e un controllo massiccio con gli specchi - come accade all'ingresso delle ambasciate - per ogni mezzo che accedeva al bivacco. Un controllo che nei giorni seguenti è scomparso, e che abbiamo ritrovato solo qui a Ryad, nella capitale.

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