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  • Immagine del redattoreElisabetta Caracciolo

Decisamente una gara difficile da dimenticare e sfortunata questa Sharqiyah Baja

Sarà difficile dimenticare la prima edizione valida per il mondiale FIA Tout Terrain Baja della gara araba, Sharqiyah International Baja. Sarà difficile perchè in soli due giorni di gara è davvero successo di tutto compreso purtroppo il decesso del pilota di quad, Riyadh Al-Shammeri caduto e rimasto ucciso nella prima parte della speciale di sabato. Numerosi incidenti hanno funestato la gara con diversi piloti portati via con fratture e ferite di ogni genere. Una gara insomma non bella, e di sicuro sfortunata, fin dall'inizio.

Ma andiamo per ordine. La prima speciale, prevista per venerdì non era partita per problemi legati al forte vento di sabbia che aveva reso praticamente impossibile lo svolgimento della gara: niente elicotteri in aria e nell'impossibilità di garantire la sicurezza direzione e organizzazione della competizione hanno preso la decisione di non far partire nessuno. E visto cosa è accaduto il giorno dopo è stato un bene.

Il giorno seguente, sabato, l'organizzazione ha stravolto il programma della giornata perchè i piloti non avrebbero potuto disputare una sola prova speciale, quella prevista cioè da 222 chilometri, perchè la distanza da coprire non bastava, da regolamento FIA, a garantire il punteggio a fine gara. Quindi alle 23 di venerdì sera è stato creato un nuovo programma: i piloti sarebbero partiti alle 5 di mattina per cercare di sfruttare il buio che, come si sa, garantisce meno vento rispetto al giorno, e avrebbero dovuto coprire i 217 chilometri della speciale annullata quello stesso giorno. Al termine della stessa si sarebbero trovati ad affrontare una neutralizzazione di un'ora e 55 minuti per coprire quei 94 chilometri che li avrebbero riportati alla partenza della stessa ps. La seconda speciale di sabato avrebbe condotto i partecipanti fino al CP2 - 138 km in tutto - trasformato in quell'occasione in traguardo finale. In totale così facendo, i piloti hanno coperto un numero complessivo di poco più di 350 chilometri.

Alcuni piloti, in realtà, perchè moltissimi si sono fermati molto prima del traguardo. A cominciare da Yazeed Al-Rajhi volato giù da una duna e capotato con la sua Toyota Hi Lux

dopo soli 82 chilometri di speciale. Il pilota e il suo copilota Michael Orr sono stati trasportati all'ospedale per controlli ulteriori visto che soffrivano non poco, soprattutto per una forte compressione con conseguente botta alla schiena.

Il pilota moto Mishaal Al-Ghuneim è stato uno dei tantissimi a cadere ed è stato portato all'ospedale con entrambe le gambe fratturate così come Badr Abalkiel e Jamal Al-Mansouri anche loro feriti dopo una brutta caduta e Mohammed Al-Kaabi che ha riportato un leggero trauma cranico, sempre in conseguenza di una brutta caduta.

Il perchè di tutti questi incidenti è presto spiegato. Il livello di questi piloti moto è estremamente scarso e anche le loro due ruote non sono propriamente in perfette condizioni (un vero e proprio eufemismo) e con il vento che ha comunque continuato a soffiare, le tracce si sono fatte immediatamente difficili da seguire - la navigazione non è il punto di forza di questi equipaggi arabi - e di conseguenza appunto, molti sono caduti malamente. Abdulmajeed Al-Khulaifi si è ferito alla mano e al traguardo lo Yamaha Raptor di Hani Al-Noumesi è risultato vincitore per soli quattro secondi su Abdulsalem Al-Hamam (SAU) Yamaha.

Yasir Seaidan (Mini John Cooper Works Rally) con Alexey Kuzmich, ha invece vinto la gara auto - 8 al traguardo su 11 partenti - con un margine di 13'38" su Miroslav Zapletal su Ford. Terza posizione assoluta, primo di T4, per Saleh Al-Saif su Can Am Maverick X3 nonostante i numerosi eccessi di velocità che gli sono costati più di qualche penalità, mentre l'altra Toyota in gara, quella dell'olandese Erik Van Loon ha chiuso in quarta posizione per un errore di navigazione. Alle sue spalle i tre Can Am South Racing con il kuwaitiano, Meshari Al-Thefiri quinto davanti a Saeed Al-Mouri, il primo arrivato sul luogo dell'incidente di Al Rajhi nel corso della prima speciale della giornata. Settimo Claude Fournier mentre la giovane Dania Akeel ha chiuso ottava insieme al francese Laurent Lichleuchter, alla sua prima uscita con un Can Am del team SHERO Rally by Duust Can-Am. Unico T3 in gara Dania vince anche la categoria.

Altra storia incredibile quella del pilota britannico di base a Dubai, Thomas Bell: un vistoso errore di navigazione del suo copilota, Armand Monleon ha portato l'equipaggio in una zona di fango incredibile e i due sono rimasti impantanati, lavorando per oltre tre ore per cercare di tirare fuori il mezzo. Ci sono riusciti ma purtroppo fuori tempo massimo.

La vittoria nelle moto è andata al neozelandese Philip Wilson, KTM 450 Rally.

Ultima ciliegina sulla torta...l'attacco dello Yemen ieri all'Arabia Saudita che ha risposto questa mattina militarmente. Il conflitto che va avanti da tempo ha portato a un blocco degli aerei in partenza dal Paese e molte persone della gara - piloti, manager e meccanici - sono rimasti bloccati all'aeroporto per diverse ore. La coalizione militare guidata dall'Arabia Saudita ha lanciato un'operazione contro i ribelli nello Yemen con attacchi anche nella capitale Sana'a, i primi da mesi, a seguito dell'intercettazione di droni Outhis nel territorio saudita, denunciati dai sauditi.

Questi attacchi di droni non sono stati rivendicati, ma l'agenzia ufficiale saudita SPA ha accusato i ribelli Houthis, che hanno moltiplicato gli spari contro il Regno Saudita nelle ultime settimane e minacciato nuovi attacchi. Allo stesso tempo, i ribelli hanno ripreso la loro offensiva contro la città petrolifera di Marib, ultima roccaforte del nord dello Yemen ancora nelle mani dei lealisti.


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